30 aprile: spettacolo teatrale “Giovanni Falcone: un uomo” e cortometraggio “Il pittore della tenda”

falcone un uomoFonte: eUROPA tEATRI

Sabato 30 aprile a Parma, alle ore 21.15, eUROPA tEATRI presenta TeatrO dell’Orsa “Giovanni Falcone: un uomo“. Spettacolo teatrale scritto, diretto e interpretato da Bernardino Bonzani e Monica Morini.

Al pianoforte Claudia Catellani. Collaborazione alla ricerca e drammaturgia Annamaria Gozzi. Tecnica Andrea Alfieri.

La vita del giudice ucciso dalla mafia nel 1992 nell’attentato di Capaci. La narrazione si muove vibrante sulle parole pronunciate da Falcone e dai testimoni che lo hanno conosciuto: il suo impegno, le vittorie e le sconfitte. Le mosse della “battaglia” dal palazzo di giustizia, u palazzu, contro il mostro, il carciofo, Cosa Nostra. La macchina del fango: le difficoltà, il sospetto che lo circonda e crea discredito intorno alla sua azione indomita, coraggiosa, costante. La strage di Capaci ferma lui e la sua scorta, ma non le sue idee. Falcone non è soltanto un magistrato che lotta contro la mafia, ma un uomo delle istituzioni che crede fermamente nei valori della democrazia e della legalità. Lo spettacolo è sostenuto dalla musica al pianoforte di Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni e dai brani di Astor Piazzolla.

Drammaturgia liberamente ispirata ai testi di G.Falcone con M. Padovani, Cose di cosa nostra – Fabbri F. La Licata, Storia di Giovanni Falcone Feltrinelli C. Lucarelli, La mattanza – Einaudi A. Melis, Da che parte stare. – Piemme L. Garlando, Per questo mi chiamo Giovanni – Rizzoli E. Deaglio, Il raccolto rosso 1982 2010 – Il saggiatore A. Nicaso, La mafia spiegata ai ragazzi – Mondadori G. Bendotti, Giovanni Falcone – Becco Giallo E. Ciconte F. Forgione, Storia illustrata di cosa nostra – Rubbettino R. Schifano, Vi perdono ma inginocchiatevi – Tullio Pironti

A seguire la proiezione del cortometraggio “Il pittore della tenda” Emanuele Modica. Regia e montaggio: Renato Lisanti. Sceneggiatura: Salvo Taranto, Renato Lisanti. Fotografia: Zorba Brizzi. Testi e interviste: Salvo Taranto. Produzione: Luminol Film

La vendetta era lava incandescente che ribolliva nelle vene, ma io ho lasciato che la rabbia si raffreddasse dentro di me, che si stratificasse sulle pareti del mio cuore. Non soltanto le parole, ma anche i colori sanno essere pietre. E io ho deciso di trasformare in arte questo peso di cui non potro’ liberarmi finche’ avro’ memoria, finche’ avro’ coscienza. Ho scelto di far lievitare il peso del mio dolore, di offrire il mio pane a chi ha occhi per amare il bello e non per piangersi addosso. Perche’ le lacrime non vanno asciugate o versate, ma mescolate al desiderio di giustizia: devono appiccicarsi ai miei pennelli come i ricordi rimangono avvinghiati ai giorni che ho deciso di trascorrere da uomo onesto.

Io dipingo per non uccidere, perche’ la vendetta migliore e’ quella che consumi ogni giorno, coltivando pazientemente il bene sulle zolle che qualcuno ha sporcato di lutto.

Io sono Emanuele Modica e questa è la mia storia.

Il 13 luglio del 1961, il contadino Vincenzo Modica veniva ucciso a Palermo con due colpi di lupara per essersi opposto all’esproprio del proprio terreno da parte dei mafiosi, per avere difeso dal cemento delle speculazioni edilizie quel fazzoletto di terra che era il pane della sua famiglia. Nel 2016, l’ottantenne Emanuele Modica, suo figlio, vive sui colli di Parma e riceve i visitatori nella sua piccola casa-museo, accompagnandoli in un percorso suggestivo di narrazione della sua vita di uomo e di artista. Modica è “il pittore della Tenda”: per trenta anni ha girato l’Italia in lungo e in largo a bordo di un furgone carico di tele e storie da raccontare. E quando decideva di fermarsi, issava in piazza una grande tenda verde e allestiva la sua mostra. Così, “a colpi di pennello”, ha sfidato platealmente la mafia: vendicando con l’arte l’ assassinio di suo padre e affidando alla pittura il suo messaggio di denuncia, di rabbia, di rivolta. La tenda, fatta eccezione per i mesi invernali, è stata anche la sua casa fino al giorno del suo ritiro, avvenuto nel 2001 a causa di un malore. Oggi è arrugginita e impolverata, esposta in un angolo del suo museo e visibile solo a chi va a fargli visita. L’artista infatti ha smesso di fare il nomade dell’antimafia e vive oggi una vita apparentemente serena, ospitato con sua moglie in un’antica canonica della provincia parmense, occupandosi della piccola chiesa seicentesca e della sua esposizione permanente, continuando a dipingere o a scolpire il legno. Dopo decenni trascorsi lontano dalla sua terra, ormai ottantenne, il pittore della Tenda decide di fare un ultimo viaggio diretto proprio a Palermo, la città dove tutto ha avuto inizio e che ha abbandonato definitivamente nel 1974, quando per tutti era semplicemente “Il pazzo della tenda”. Decide così di rimettere in piedi la sua tenda e di realizzare una nuova esposizione a modo suo, in piazza, a contatto con la gente. Battezza questa mostra “L’ultima Tenda” e inizia i preparativi proprio come faceva da ragazzo: richiede tutte le autorizzazioni necessarie, sceglie e prepara i quadri, fa visita ai collezionisti per chiedere qualche opera in prestito, prepara il furgone e infine si mette in viaggio, pronto ad attraversare ancora una volta l’Italia. Il suo ritorno in Sicilia è un viaggio a ritroso nel tempo lungo il quale, abbandonandosi ai ricordi, il pittore della Tenda racconta la sua storia e ci porta con la memoria ad alcune delle pagine più tristi della storia italiana. Un viaggio che realizza però non più da solo, ma con l’affetto e le energie di alcuni giovani che in questi anni l’hanno conosciuto e apprezzato. L’ultima Tenda rappresenta così anche un passaggio di consegne che è una chiamata al senso di responsabilità, all’importanza di non voltarsi mai dall’altra parte.

Alla serata parteciperà Emanuele Modica, Renato Lisanti e “LIBERA. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”.

Info e prenotazioni: europateatri.pr@gmail.com – 0521.243377

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