Comunicato Stampa Associazione CIAC onlus.
“È un’esperienza normale, ma che fa apprezzare l’incontro quotidiano con la differenza, con le piccole differenze. Quelle per cui magari non ti capisci, fraintendi una parola, ma poi quando finalmente scatta la comprensione, ci si fa una risata tutti insieme”. “Pensavo che fosse difficile vivere con una famiglia che non conosco. Poi quando sono entrato in famiglia tutto è diventato più semplice. Sto studiando italiano senza scuola. Anche i bambini stanno imparando a parlare, stanno imparando l’italiano come me. Andiamo avanti insieme”. “E poi, sabato scorso, finalmente, è arrivato il momento tanto atteso e noi abbiamo potuto vedere con i nostri occhi e stringere la mano per la prima volta a Siraj e Manuel in un impeto di entusiasmo gli ha detto «sei nostro fratello maggiore» e lì si è aperto un mondo.”
Scorci di vita quotidiana, straordinari nella loro semplicità. Che raccontano di incontri inaspettati eppure lungamente preparati, che partono da lontano. Dieci rifugiati e altrettante famiglie partecipano al progetto sperimentale “Rifugiati in famiglia”: un’esperienza di convivenza interculturale che si sta svolgendo a Parma e provincia, incardinata nel Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati.
Venerdì 11 dicembre dalle ore 15.30 alle ore 19 presso la sala polivalente (piano terra) di via Bandini 6 a Parma l’associazione CIAC onlus, con la collaborazione dello SPRAR, di Forum Solidarietà Centro Servizi per il Volontariato, del Centro Interculturale e della Coop. World in Progress, propone un pomeriggio di riflessione dal titolo “Dall’accoglienza all’integrazione: l’esperienza di Rifugiati in famiglia”, appuntamento finale e aperto a tutti del corso “La civiltà dell’accoglienza”, giunto quest’anno alla sua quarta edizione. A partire dall’esperienza di Parma si vuole ragionare insieme ai diretti protagonisti e ai rappresentanti delle istituzioni – locali e nazionali – sulle potenzialità di progetti di questo genere, che mettono al centro il diretto coinvolgimento della comunità locale, senza tuttavia sostituirsi alle precedenti fasi di accoglienza e ai servizi territoriali.
Non ci può essere integrazione senza un reale coinvolgimento della comunità locale, disposta a porsi delle domande e mettersi in gioco. Accettando la sfida della diversità e aprendo le proprie porte al cambiamento. Ci sono tanti modi per farlo, nella quotidianità delle relazioni interculturali. La sperimentazione dell’accoglienza dei rifugiati in famiglia rappresenta l’esperienza forse più radicale e provocatoria. Ma i racconti delle famiglie e dei rifugiati che condividono questo percorso ci parlano anche di una potente normalità, accessibile a tutti, che parte da un’esperienza quotidiana situata tra le mura domestiche ma che si irradia all’intera comunità. Un’esperienza che non deve tuttavia sostituirsi alle precedenti fasi di accoglienza e ai servizi territoriali, ma poter sviluppare la propria enorme potenzialità in termini di costruzione di nuovi legami sociali.
Dopo un’introduzione di Chiara Marchetti di CIAC onlus, interverranno Laura Rossi, Assessore al welfare del Comune di Parma, e Alessia Frangipane, Assessore al welfare del Comune di Fidenza (entrambi comuni titolari delle progettualità SPRAR all’interno delle quali si colloca “Rifugiati in famiglia”), seguite da Salvatore Bottari del Comune di Torino che per primo ha iniziato a promuovere un progetto di “Rifugio diffuso”, coinvolgendo le famiglie del territorio. Subito dopo ci si addentrerà nell’esperienza di Parma, con un intervento di Nicoletta Allegri, psicologa di “Rifugiati in Famiglia” e i contributi di famiglie e rifugiati coinvolti nel progetto. Spetterà poi a Daniela Di Capua, direttrice Servizio Centrale dello SPRAR, e a un rappresentante del Ministero dell’Interno tirare le conclusioni con uno sguardo alla situazione nazionale e alle prospettive di sviluppo di simili iniziative.