Si parla tanto in questi giorni di Greta Thunberg, la ragazza svedese che per giorni ha protestato davanti al parlamento svedese contro l’inerzia dei suoi governanti. I politici svedesi, ma più in generale i detentori del potere, sono stati additati dalla paladina dell’ambiente come i veri colpevoli di un potenziale disastro che, fino ad ora, non hanno affrontato con il dovuto coraggio. Ma perché questa inerzia?
La motivazione, secondo Greta, è che i detentori del potere economico e politico “non sono concentrati su ciò che deve essere fatto ma su ciò che è politicamente accettabile”, questa miopia ha prodotto compromessi al ribasso che mirano a mantenere inalterato lo stato delle cose, ben sapendo che l’orizzonte temporale del cittadino medio è la fine del mese, non la fine del secolo. Con questa premessa pare velleitario esortare i grandi del pianeta a “mantenere i combustibili fossili nel sottosuolo” e a “concentrarsi sull’equità”, ma la visione utopistica di Greta non lascia spazio alla paura di sembrare talmente fuori dal mondo da convincersi che forse è meglio rimanere ai margini, estranei alle dinamiche che lo muovono, soprattutto se a darle manforte sono la quasi totalità degli scienziati.
Gli studi che la scienza ha portato avanti negli ultimi anni sono un atto di accusa verso l’attuale modello di sviluppo e per Greta una spinta a continuare a esortare le persone a modificare i propri stili di vita, attraverso affermazioni sostenute da una carica emotiva senza la quale diventerebbe tutto una stanca predica materna. I ruoli si sono invertiti, da sconosciuta a influencer, dai margini al centro dell’attenzione, da allieva a predicatrice che vorrebbe mettere “ordine al caos” e “cambiare il proprio modo di pensare” perché il cambiamento è già in atto e tra pochi anni non sarà più possibile tornare indietro.
La sua parabola dà speranza, lei che in pochi mesi è passata dal marciapiede del parlamento svedese allo scranno del parlamento europeo, mantenendo quella sfrontatezza che è diventata il suo marchio di fabbrica e che le ha permesso di redarguire i potenti del mondo “colpevoli di non avere fatto i compiti”. Greta ci ha insegnato che è possibile rimanere aggrappati a un ideale anche quando gli adulti restano aggrappati alle tue caviglie per trascinarti “al tuo posto”… Ci ha insegnato che per salvare il pianeta vi ci dobbiamo specchiare e riconoscere che anche noi siamo aria, acqua, carne, terra, polvere, energia, e solo il desiderio di salvarci porterà alla salvezza del pianeta.
Matteo Spaggiari