Il raggiungimento di una società sostenibile passa necessariamente per il lavoro e in particolare per il rispetto della salute e la sicurezza dei lavoratori.
Il 28 aprile viene celebrata ogni anno la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Questa ricorrenza, istituita dall’Intenational Labour Organization nel 2003, nasce per sensibilizzare cittadini e istituzioni alle questioni della salute e sicurezza sul lavoro e diffondere la cultura del lavoro dignitoso, richiamando l’attenzione sull’importanza della prevenzione degli infortuni.
Le stime preliminari relative agli infortuni sul lavoro in Italia, diffuse nei giorni scorsi dall’INAIL, evidenziano una flessione del 7/8% degli infortuni sul lavoro nel corso del 2013. Le denunce pervenute all’INAIL sono state 607mila, a fronte delle 657mila dell’anno precedente.
Si stima anche una contrazione di circa 10 punti percentuali per quanto riguarda i casi mortali, che nel 2013 hanno riguardato circa 740 vittime contro le 844 del 2012.
Anche se i valori sono ancora alti è bene sottolineare che questi sono in costante calo da alcuni anni. Analizzando alcune infografiche pubblicate sul sito dell’INAIL si scopre che il maggior numero di infortuni registrati nel 2011 sono avvenuti nel nord est Italia (228.092) e nel nord ovest (210.428). Il centro Italia e il meridione si attestano rispettivamente con 147.457 e 139.197 denunce di infortunio sul lavoro.
Sicuramente il dato occupazionale incide sui valori assoluti degli infortuni e storicamente il centro-sud Italia ha un tasso di disoccupazione più alto rispetto alle restanti aree. Ma c’è un dato che spicca perché in controtendenza: nel meridione si registra il numero più alto di infortuni mortali (275), a seguire, nord-est (226), nord ovest (220) e centro (199).
Il Dlgs 81/2008 che regola la sicurezza sul lavoro ha sicuramente migliorato gli ambienti e le condizioni dei lavoratori. I tanti e impegnativi corsi di formazione obbligatori per legge hanno probabilmente aiutato a mettere il tema della sicurezza su un gradino più alto nella scala di valori dei datori di lavoro. Ma l’impressione di chi opera in questo settore e i dati sopraccitati dimostrano che tanto è ancora da fare, soprattutto da un punto di vista culturale.
E’ fondamentale far capire ai lavoratori e ai datori di lavoro l’importanza della prevenzione e del rispetto della salute. E’ vero che la sicurezza sul lavoro è spesso una spesa sia dal punto di vista economico che in termini di tempo, e la crisi economica che il nostro Paese sta passando non facilità le cose. Ma lavorare preservando la salute dei lavoratori e, aggiungo, la natura circostante, è una condizione che non può essere regolata da fredde logiche di mercato. Sono aspetti che non hanno prezzo. E se gli aspetti economici restano purtroppo preponderanti su altri valori, va ricordato che investire sulla prevenzione è quasi sempre più vantaggioso economicamente rispetto all’intervento in condizione di emergenza.
Come recitava un vecchio messaggio promozionale: “prevenire è meglio che curare”.
Andrea Merusi