Era il 1° agosto 1986 quando venne istituito per la prima volta in Italia il Ministero dell’Ambiente. Il fatto che pochi mesi prima si era verificato il disastro nucleare di Chernobyl aveva dato maggiore significatività alla scelta di riconoscere che, anche in Italia, l’ambiente dovesse essere un bene giuridico autonomo.
A distanza di 28 anni non sembra che al Ministero dell’Ambiente sia stata data la giusta importanza. Troppi sono stati i governi che hanno visto a capo del dicastero persone prive di formazione in materia. E’ triste dover ammettere che molte volte si è avuta l’impressione che il Ministero dell’Ambiente fosse una sorta di “contentino”, un modo per distribuire poltrone.
Da queste scelte si evince che in Italia, purtroppo, la tutela dell’ambiente è vista ancora come un aspetto secondario per lo sviluppo del paese, quasi un ostacolo. Nelle nazioni del mondo più evolute l’ambiente è invece al centro delle politiche industriali ed economiche (basti pensare che la stessa Merkel è stata Ministro dell’Ambiente in Germania dal 1994 al 1998).
Fermiamoci a pensare a tutti gli aspetti che il Ministero deve gestire oggi: terra dei fuochi ed ecomafie, dissesto idrogeologico e prevenzione alluvioni, green economy e lotta al cambiamento climatico, abusivismo edilizio e perdita di aree verdi, solo per citarne alcuni. Come si fa a non dare importanza a questo ente?
L’augurio che facciamo al nuovo ministro Galletti è questo: fare in modo che con il suo lavoro il Ministero dell’Ambiente diventi determinante e rivoluzionario; il più importante in Italia.
Anche se il suo curriculum (commercialista, laureato in economia e commercio) non è esattamente quello di un esperto in materia, e la sua attività politica non si sia caratterizzata per importanti battaglie ambientali, riteniamo che non sia giusto giudicare prima di vedere i fatti, per cui rinnoviamo l’augurio e l’invito: ci stupisca Ministro!
Noi siamo qui a controllare..
Andrea Merusi