Riceviamo e pubblichiamo l’appello, indirizzato ai cittadini di Parma, scritto in difesa della Galleria e della Palatina di Parma e contro il loro declassamento. La scelta di declassare questi storici edifici è stata inserita in un recente decreto del governo. L’appello, a cui ha aderito anche l’Università degli Studi di Parma, è consultabile alla pagina: https://www.change.org/p/cittadini-di-parma-in-difesa-della-galleria-e-della-palatina-a-parma
Di seguito il testo.
Le molteplici reazioni – a cui ha dato origine il declassamento della Galleria Nazionale e della Biblioteca Palatina e di cui la Gazzetta di Parma ha dato ampio conto – testimoniano della consapevolezza che ad essere colpita è la vita culturale della città nel suo insieme.
È appena il caso di ricordare quale sia il valore (non certo locale) dell’una e dell’altra istituzione. La Galleria, oltre a svariate opere di grande qualità, possiede un nucleo inestimabile di opere del Correggio che vanno a integrarsi con la Camera di San Paolo e con le Cupole; la Biblioteca vanta oltre settecentomila volumi, seimila manoscritti (tra cui uno dei più importanti fondi ebraici al mondo, in corso di digitalizzazione con il sostegno della National Library of Israel), settantacinquemila carteggi, tremila incunaboli e il Museo Bodoniano che – secondo un nuovo progetto – avrebbe dovuto essere reso accessibile al pubblico in modo permanente e che contiene una grande quantità di materiali dell’officina, un epistolario di oltre dodicimila lettere e forse la più grande collezione al mondo di volumi usciti dalla sua stamperia.
Al momento di esprimere una valutazione (da parte di chi? E su quali basi?) sembra non si sia assolutamente tenuto conto che tanto la Galleria Nazionale quanto la Biblioteca Palatina sono inserite nel contesto architettonico della Pilotta, dove si trovano anche il Teatro Farnese e il Museo Archeologico, che costituisce un sistema culturale con ben pochi riscontri nel nostro paese e che rischia di diventare periferico.
Non passa giorno senza che si proclamino l’importanza e le potenzialità anche economiche della cultura che, in un momento di crisi, potrebbe e dovrebbe costituire una delle principali risorse del paese. All’atto pratico, invece degli investimenti che sarebbero necessari per potenziare e valorizzare le diverse istituzioni e i singoli monumenti, si assiste a una reiterata serie di tagli indifferenziati e che obbediscono solo a una logica di risparmio spicciolo e miope.
È per tutti questi motivi che abbiamo intenzionalmente deciso di non rivolgere il nostro appello alle “autorità competenti”, ma a tutti i cittadini nella speranza che un alto numero di firme serva a pronunciare un fermo e civile NO e a scongiurare una decisione sbagliata e destinata a gravare pesantemente sul destino della città.